Manipolata. Dalla manipolazione all’autorealizzazione
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Dovevo fare i conti con il mio passato, volevo rendere giustizia a tutte quelle donne o uomini che hanno vissuto il senso opprimente della dipendenza emotiva. Non ero pronta a raccontare la mia storia personale, forse perché troppo dolorosa. Stavo aspettando che qualcosa nella mia vita accadesse e fu così che un giorno incontrai Anastasia. Ci incontrammo la prima volta durante una masterclass via web, l'esercizio da svolgere in una delle stanze virtuali si basava sulla consapevolezza che la vita di noi esseri umani è influenzata da come pensiamo e da cosa ci fanno credere i diversi sistemi in cui viviamo. Anastasia aveva vissuto una storia di manipolazione, aveva pagato cara la sua fragilità. Capii che i manipolatori li possiamo trovare ovunque, si tratta di individui feroci, senza scrupoli pronti ad usare il controllo, la svalorizzazione come arma di distruzione. Con Anastasia ho deciso di raccontare una storia che avesse come finale una soluzione, una via d'uscita per chi leggesse e si identificasse in una potenziale vittima da dipendenza emotiva. Come superare la paura, come sconfiggere il nostro unico e vero ostacolo per ridare forza e speranza a chi si sente perduto. Come riconoscersi vittime di un narcisista manipolatore, fino a trovare una via di fuga. Chi vive in questo stato di sabotaggio sa cosa vuol dire soffrire e quanto sia difficile uscire da quel senso di eterno buio profondo della nostra inquieta anima. La mente può essere una selva oscura o un universo stellato. La dipendenza emotiva e il plagio sono causa di profonda sofferenza, silenziosa e purtroppo spesso segreta. Sovente non risolte, tutte le forme di dipendenza possono portare a gravi danni psicologici, fisici e qualche volta anche economici fino alla distruzione totale dell'individuo. La dipendenza affettiva è fonte di frustrazione e grande insoddisfazione, nonostante il legame sia difficile il pensiero di privarsene è insopportabile e genera il perpetuo conflitto tra "non sopportare" e "non poter rinunciare". Daniela Barzaghi racconta la storia di Anastasia in prima persona portando il lettore a farsi questa domanda: Anastasia esiste? Certo che esiste. Nella storia emerge come meccanismi di condizionamento possono influenzare pensieri ed azioni e di come la realtà può essere costruita a seconda di come viene raccontata o percepita. Dalle fasi che determinano la dipendenza emotiva, ai processi che rappresentano una possibile via d'uscita. Anastasia incontra Davis, manipolatore seriale, il quale prepotentemente si insidia nella sua famiglia, annientando ogni forma di amore, di fiducia e di rispetto. Anastasia paralizzata vedrà la fine della sua famiglia fino a ribellarsi, ma sarà troppo tardi per chi l'amava davvero.

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