Perché non possiamo non dirci cristiani
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Nel momento più buio della Seconda guerra mondiale, quando il confronto militare sembrava allargarsi fino a opporre due visioni opposte dell’uomo e della storia, Benedetto Croce rifletté sull’importanza del cristianesimo nella storia dell’umanità. Si è trattato a suo dire della “più grande rivoluzione che l’umanità abbia mai compiuta”, che ha posto al centro della vita la coscienza morale dei singoli e ha limitato il potere politico con il richiamo inderogabile alla coscienza individuale. Una rivoluzione che è proseguita e si è affinata in età moderna nel liberalismo, la più corretta terapia per sconfiggere quella “barbaria ritornante” o “crisi della civiltà europea” su cui pure Crioce riflette nell’ultimo periodo della sua attività. Il lungo saggio di Corrado Ocone, premesso al testo, ricostruisce l’evoluzione del pensiero crociano mettendolo in connessione con le idee precedenti e quelle contemporanee che il filosofo napoletano era andato maturando.
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