Stigmate
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Edito per la prima volta nel 1999 nella collana Stile Libero di Einaudi e adattato per il cinema dal regista spagnolo Adán Aliaga nel 2010 con il titolo Estigmas, Stigmate viene oggirnripubblicato da #logosedizioni come seconda tappa di un percorso editoriale che ripropone in una nuova veste l’evoluzione artistica del Lorenzo Mattotti fumettista.rnrnrnQuarantun anni, orfano, forte bevitore, occupato saltuariamente, si mantiene facendo il barista e vendendo sottobanco sigarette di contrabbando. È questo, per sommi capi, il ritrattorndell’anonimo uomo che un giorno riceve in sogno una strana rivelazione e si risveglia sanguinando dalle palme delle mani. Un balordo collerico puzzolente di alcol, senza un preciso scopornnella vita, sembrerebbe l’ultima persona al mondo meritevole di ricevere le ferite dei santi. Lui stesso si ribella quando qualcuno parla di stigmate, i medici sono convinti che si ferisca darnsolo, i clienti del bar si lamentano delle macchie che lascia sui bicchieri, il suo datore di lavoro lo considera malato e lo guarda con raccapriccio. In compenso, i vicini di casa vanno arnomaggiarlo in processione con santini e ceri votivi.rn"“Quale sarà il disegno di Dio, in tutto questo?” si domanda il lettore fin dall’inizio, e se lo chiede anche il protagonista dopo che l’inspiegabile “miracolo” lo ha portato alla rovina. A causarndi questo “dono”, infatti, finisce per perdere il lavoro e la sua casa viene distrutta dal fuoco delle candele offerte dai suoi adoratori. “Siamo robaccia destinata a marcire” mormora l’uomo,rnsconfitto, crollando lungo la strada. Una sentenza di condanna che alla fine verrà ribaltata.rnStigmate è una sorta di mistero medievale ambientato in un contemporaneo contesto urbano che appare via via più minaccioso, degradato e terribile, popolato da una serie di figurernmarginali, tra cui individui rapaci, disonesti e violenti ma anche creature fragili e sventurate.rnIn perfetto connubio con il testo poetico e aspro di Claudio Piersanti, la vicenda prende corpo nelle illustrazioni in bianco e nero di Mattotti, qui quanto mai materiche, sporche, realizzaternmediante tratti nervosi di pennino che portano il nero a emergere con forza, spesso con furia, dalla pagina bianca, come grovigli di linee da cui, anticipando lo stile di Hansel & Gretel ernOltremai, affiorano figure, volti, paesaggi.rnUna storia intrisa di religiosità, in cui l’esistenza di un uomo, dalla caduta alla rinascita, passando per una felicità temporanea tragicamente perduta, assurge a moderna parabola sul valorerndi ogni essere umano. Una parabola che insegna come, toccando il fondo del proprio personale inferno, a chiunque sia dato risollevarsi fino alla salvezza, anche agli individui che vivonornai margini della società – evangelicamente, gli ultimi destinati a essere i primi."

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