Salvatore Morelli, il deputato delle donne
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Salvatore Morelli, importantissima anche se non sufficientemente conosciuta figura dell’area riformista italiana, opera e scrive nella seconda metà dell’ottocento. Le sue poderose riflessioni si concentrano sulle disuguaglianze sociali, storico-culturali, che penalizzano e sviliscono la figura femminile. Nelle pagine dei suoi scritti, più volte lo studioso e politico pugliese di Carovigno fa osservare come sia del tutto ingiustificato, disutile e antieconomico il processo discriminatorio nei confronti della donna. Ha una visione economica, sociale e umana oltremodo moderna. Focalizzare l’attenzione sui diritti umani e dar voce alle donne e ai più deboli della società per lui è una priorità sociale oltreché un dovere morale. È stato tra i più moderni e cosmopoliti degli italiani; è stato un pioniere con le sue concezioni addirittura avveniristiche – alcuni parlavano di utopia – per quel che riguardava il concetto della donna e del suo importante ruolo nella società; aveva uno sguardo che andava oltre l’orizzonte del tempo. Le proposte di Morelli, come si vedrà, erano in anticipo di circa cento anni, infatti per vederle realizzate bisognerà aspettare il nuovo diritto di famiglia del 1975: è stato un profeta inascoltato. Le donne, cui vuol dare i diritti che spettano loro, sono le donne invece cancellate dal Codice unitario. Morelli si fa portavoce delle rivendicazioni delle femministe italiane che non possono parlare in aula. Alcuni suoi spunti sulla condizione femminile e il sistema giuridico normativo che lo suggella paiono a un lettore frettoloso utopistici e irrealizzabili, ma se si guarda con più attenzione si scopre che il deputato italiano recupera con le sue proposte pensieri antichi e blasonati che si snodano fra “La Repubblica” di Platone, l’“Utopia” di More e “La Città del Sole” di Campanella. Riletta oggi, la posizione di Morelli è più facilmente condivisibile ma negli anni in cui veniva espressa rappresentava una profonda rivoluzione copernicana dei sistemi sociali. Emerge, nell’intellettuale pugliese, la centralità della riflessione come autostrada introspettiva che obbliga a fare i conti con se stessi e con le nostre conoscenze. Riscoprire oggi la figura di Salvatore Morelli significa anche ricordare un’Italia piena di contraddizioni che cercava di riunire sotto uno stesso tetto tante piccole Italie, una diversa dall’altra per tradizioni, idiomi, economia e politica.

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