La diseguaglianza programmata. Capitale, Stato e società nel pens...
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L'odierna crisi economica che infesta l'Europa dal 2008 spinge a ripensare profondamente gli attuali modelli statali, economici, di welfare. Il pensiero del sociologo e politologo tedesco Claus Offe sin dalla fine degli anni Sessanta si muove fra un capitale maturo e già post-fordista, una società frammentata e in via di veloce trasformazione, un modello di Stato sociale che si avvia al tramonto. Subentrando man mano crisi petrolifera, incancrenirsi della forma partito, crisi fiscale, e con l'incrinarsi della legittimazione delle istituzioni pubbliche e l'emergere di nuovi movimenti sociali si pone il problema di un rinnovamento profondo della società. Il paradigma della modernità appare ormai usurato, mentre le geografie che si disegnano all'indomani del 1989 fanno emergere il nuovo sistema della globalizzazione. Gli interessi di Offe spaziano dal mercato del lavoro alla sofferta integrazione europea, da nuove modalità di Stato sociale alla questione giovanile. Fra Scuola di Francoforte e sociologia nordamericana (in specie l'approccio neofunzionalista di Parsons), economia tardo-keynesiana e suggestioni neomarxiste, il magistero del pensatore berlinese rappresenta un punto di riferimento prezioso per orientarsi in un mondo sempre più complesso, mai come oggi bisognoso di un'utopia concreta.

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