Dantis ossa. La forma corporea di Dante. Scheletro, ritratti, mas...
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«Si erano appena concluse le celebrazioni per il sesto centenario della morte di Dante, quando, su proposta del Comitato Dantesco Ravennate, il 7 ottobre del 1921 la Giunta Comunale di Ravenna deliberava una nuova ricognizione delle ossa, dopo quella eseguita poco più di cinquant'anni prima in occasione del loro fortunoso ritrovamento. A svolgere il prestigioso e delicato incarico vennero chiamati due fra i più insigni antropologi italiani dell'epoca: il professor Giuseppe Sergi dell'Università di Roma e il professor Fabio Frassetto dell'Università di Bologna, con il compito di "ricongiungere allo scheletro i frammenti che erano o si credeva che fossero stati furtivamente sottratti nel 1865; verificare lo stato di conservazione delle ossa ed eliminare eventuali cause di deterioramento; rettificare e completare i dati antropometrici e antropologici rilevati in occasione della precedente ricognizione del 1865". E sarà proprio a partire da questi dati, rilevati con meticolosa cura, che Fabio Frassetto, all'indomani della ricognizione, si sarebbe assiduamente dedicato allo studio delle ossa del poeta e, al termine di un lavoro appassionato e più che decennale, avrebbe dato alle stampe, nel 1933, il suo capolavoro, ossia un monumento editoriale quale il Dantis Ossa. Risultato di un'"ardua e faticosa impresa", in esso l'antropologo bolognese espose, come si legge nella presentazione del libro, "quanto sulle caratteristiche fisiche di Dante" era allora "concesso alla Scienza di accertare". Il Dantis Ossa, che il Frassetto fece stampare, a cura dell'Istituto di Antropologia dell'Università di Bologna, in una magnifica edizione di 65o copie, resta ancora oggi un'opera prestigiosa, di alto valore sia per il soggetto trattato, sia per i contenuti scientifici, che a distanza di un secolo conservano in gran parte una loro validità, nonché per il ricco apparato iconografico (95 figure in bianco e nero) assolutamente originali». (Dalla Prefazione di Giorgio Gruppioni) Questo libro è pubblicato grazie al contributo determinante dell'Associazione Ex Alunni del Liceo Ginnasio "Dante Alighieri" di Ravenna. La riproduzione anastatica del Dantis Ossa di Fabio Frassetto è arricchita da una Prefazione di Giorgio Gruppioni, che ricostruisce le vicende storiche dell'opera, e da due testi conclusivi, uno a firma di Franco Gabici, che ripercorre le vicissitudini delle ossa di Dante nel corso dei secoli, e l'altro di Alfredo Cottignoli, che illustra le fasi della ricerca dantesca del Frassetto successive al Dantis Ossa.
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